Moni Ovadia, uomo di teatro e personalità impegnata sui temi della giustizia sociale e della pace.
Ha realizzato molteplici spettacoli teatrali tra cui Dalla sabbia al tempo, Oylem Goplem, Dybbuk, La bella utopia e ha pubblicato diversi volumi tra cui L’ebreo che ride, Vai a te stesso, Contro l’idolatria.
In queste due conversazioni, Moni Ovadia parla, da una prospettiva laica, dell’ebraismo sotto due profili.
Nella prima conversazione il tema è quello delle origini dell’ebraismo: dalla figura di Abramo, il patriarca del monoteismo, a quella di Mosé, l’artefice della liberazione degli ebrei dall’Egitto, all’esperienza dell’attraversamento del deserto. Moni Ovadia tocca anche altri significativi elementi dell’ebraismo quali la rivelazione solo acustica di Dio e l’importanza del nome per avvicinarsi infine, con la dovuta discrezione, alla dimensione mistica, la Cabbalà.
Nella seconda appassionata conversazione il tema è la relazione tra la spiritualità ebraica e l’etica contemporanea.
Partendo dall’umorismo tipico dell’ebraismo che è un antidoto all’idolatria, vengono affrontati temi che si pongono a frontiera tra spiritualità e dimensione etica: il bene e il male, la simbologia dell’ombra, il rapporto tra maschile e femminile, la dimensione del sogno.
La parte finale della conversazione è dedicata alla tradizione dello Shabbath come tempo dell’uguaglianza, alla relazione tra messianesimo e giustizia sociale, al tema della libertà e della responsabilità e alla visione ebraica della relazione con la natura.
La conversazione si conclude attorno all’esperienza umana che sta a fondamento della spiritualità ebraica, ma anche di una visione laica dell’esistenza: la memoria.
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