Vito Mancuso è docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano ed editorialista di Repubblica. Ha pubblicato diversi volumi di grande interesse tra cui: Il dolore innocente (Mondadori 2002), Rifondazione della fede (Mondadori 2005), L’anima e Usuo destino (Cortina 2007), La vita autentica (Cortina 2009), e con Corrado Augias Disputa su Dio e dintorni (Mondadori 2009).
La domanda sul perché della vita è il punto di partenza di questa conversazione nella quale Vito Mancuso parla della grande improbabilità del fenomeno vita e, ancor più, della sua relazione ordinata e armoniosa.
In un secondo passaggio Mancuso identifica nella separazione tra i linguaggi della scienza da una parte e della filosofia e della religione dall’altra l’elemento fondamentale alla base dello scarto tra una crescente domanda di spiritualità e le risposte dell’istituzione Chiesa. Per il teologo la spiritualità è eminentemente educazione alla libertà e, conseguentemente, il dubbio non è contrapposto alla fede, anzi la fede è l’esercizio del dubbio che “questo mondo” sia l’unica realtà. In questo senso, il dubbio è un atto religioso come la preghiera.
E la sete innata nell’uomo di bene e giustizia è la conferma che la dimensione della verità è reale, all’insegna di un pensiero della speranza e non della disperazione. Qui, in questo spazio di ricerca etica, si possono incontrare i credenti e i laici, accomunati dalla prospettiva del bene comune. Commentando alcuni intensi pensieri di Einstein e di Florenskij, Mancuso ci avvicina al territorio dell’indicibile, al mistero dell’esistenza la cui percezione costituisce l’essenza dell’umanità.
La conversazione si conclude attorno al tema dell’amore, considerato dal teologo l’epifenomeno più sublime, ma quanto mai raro, dell’essere come energia. Ma proprio in quanto raro, per Vito Mancuso l’amore è forte, non teme, resiste, ed è la fonte primaria dei sentimenti di fiducia e speranza nella vita.
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